UK: la concia della colza con neonicotinoide è fortemente correlata con la morte degli alveari

Un nuovo articolo pubblicato su Nature Scientific Reports ha individuato una correlazione tra la morte delle colonie di api e l’uso di pesticidi neonicotinoidi nel Regno Unito. Questo proprio quando sta entrando in vigore in alcune aree del paese una deroga al bando europeo. Il fatto che l’esposizione cronica delle api agli insetticidi neonicotinoidi riduca la loro sopravvivenza è ben noto in quanto provato in varie prove di laboratorio. L’originalità di questa inchiesta epidemiologica è di essere stata condotta in campo ed a livello nazionale.

Il lavoro, condotto dall’agenzia Fera, evidenzia l’impatto dell’imidacloprid, il principio attivo di pesticidi come il Gaucho® (cereali) ed il Confidor® (fruttiferi, piante ornamentali…). In Inghilterra e Galles la coltura della colza è cresciuta da 293 378 ettari nel 2000 a 602 270 ha nel 2010, nello stesso periodo l’uso della concia delle sementi con imidacloprid è cresciuto dall’1% nel 2000 al 75% nel 2010.

In base al fatto che le sementi conciate garantiscono un controllo solo parziale dei parassiti e che alla lunga portano allo sviluppo di resistenze al principio attivo, il calcolo costi-benefici porta a concludere che i benefici promessi (riduzione dei trattamenti spray ed aumento dei raccolti) sono inferiori rispetto ai costi (es. perdite di api e minori raccolti nella pratica che nella teoria). Di fatto lo studio confuta l’argomento economico che porta gli agricoltori all’uso preventivo del neonicotinoide.

Tali sostanze non danneggiano solo gli insetti impollinatori: inquinano anche i fiumi e le acque sotterranee, come dimostrato da un recente studio americano: per comprendere la diffusione dei neonicotinoidi, sono stati raccolti campioni d’acqua in tutti gli USA.

Almeno un neonicotinoide è stato individuato nel 53% dei campioni. L’imidacloprid è stato il principio attivo più rilevato (37%), seguito da clothianidin (24%), thiamethoxam (21%), dinetofurano (13%), acetamiprid (3%). Thiacloprid non è mai stato rilevato. Clothinanidin e thiamethoxam sono stati trovati più in aree agricole, mentre imidacloprid è stato trovato soprattutto in aree urbane.

Tali studi mettono in discussione l’impatto ambientale dei neonicotinoidi ed il loro interesse agronomico ed economico. Peraltro si sa molto meno sul reale impatto dei neonicotinoidi sulle popolazioni di impollinatori selvatici, spesso più sensibili delle api, per cui il costo ecologico risulta assai preoccupante, come rileva il prof. Wackers (Lancaster University). Questi dati dovrebbero cambiare le posizioni degli organismi regolatori che ancora considerano che i pericoli delle molecole possano essere compensati dai vantaggi economici

Fonte: http://www.mieliditalia.it/