Nuovi casi di Aethina tumida in Calabria

Il Ministero della Salute chiede sorveglianza integrativa alle Autorità sanitarie di Calabria e Sicilia perché il rischio derivante dall’infestazione di Aethina Tumida non è superato e l’eradicazione non può dirsi né ultimata, né riuscita. Tant’è che ad oggi i focolai riaperti all’interno della “zona rossa” calabrese sono già quattro, di cui uno sottoposto all’ancora vigente pratica della distruzione degli alveari mediante roghi. Nel frattempo la Task force Veterinaria

della Regione Calabria ha riunito il tavolo tecnico operativo per l’applicazione delle “Misure integrative di sorveglianza per Aethina Tumida” prospettate dal Ministero della Salute con Nota n° 022693 del 7/09/2015 (pubblicata in calce). La riunione si è tenuta il 17/09/2015 presso Il Dipartimento Tutela Salute con la partecipazione dei Direttori dei Servizi Veterinari Area “A” delle ASP calabresi, dei Veterinari referenti per l’emergenza Aethina Tumida, dei responsabili del Dipartimento Agricoltura, delle Associazioni di categoria, delle Organizzazioni Professionali Agricole e della locale Sezione dell’Istituto Zooprofilattico della Calabria. Le disposizioni ministeriali che elencavano le azioni operative da applicare in zona di protezione ed in zona di sorveglianza, ad integrazione delle consuete azioni di controllo, sono state oggetto di osservazioni tecniche da parte della FAI-Federazione Apicoltori Italiani che, d’intesa con FAI-Calabria, manifesta non poche perplessità a proposito della nuova linea prospettata dal Ministero della Salute, specie per quanto attiene la discutibile strategia della posa in opera di nuovi nuclei esca. Secondo FAI-Calabria, infatti, i nuclei orfani e con poche api che si intendono collocare non sarebbero attrattivi per Aethina Tumida quanto le famiglie forti. Le poche api presenti in questi nuclei saranno, inoltre, saccheggiate con facilità dalle api degli alveari presenti in zona e ogni nucleo “spia” rischia di trasformarsi in una potenziale fonte di diffusione nel territorio di altre patologie. In caso di riscontro positivo, anche dopo l’uccisione delle api, il trasporto dei nuclei a Reggio Calabria comporterà un rischio di diffusione di Aethina Tumida. Un controllo approfondito di alcuni dei numerosi apiari presenti nella zona di protezione e nella zona di sorveglianza più prossima alla prima, sarebbe molto più attendibile e meno oneroso delle misure proposte dal Ministero secondo il parere degli apicoltori facenti capo a FAI-Calabria. A margine dell’incontro, e sempre a proposito di Aethina Tumida, gli apicoltori calabresi sono stati informati dalle Autorità sanitarie che l’iter dei rimborsi per gli alveari finora distrutti è in via di conclusione: sono attesi, da un momento all’altro, i decreti di liquidazione dell’89% delle somme spettanti per gli abbattimenti.

Fonte: http://www.federapi.biz