Nuova circolare sull’anagrafe apistica nazionale

E’ passato circa un anno dalla pubblicazione del decreto contenente il manuale operativo che ha dato il via all’anagrafe apistica nazionale (BDA) e, di recente, il Ministero della Salute ha inviato ai Servizi Veterinari regionali una circolare (che trovate qui) con alcune specifiche in merito alle certificazioni sanitarie e con definizioni inerenti sciami, nuclei e pacchi d’api.

Considerata l’importanza della

BDA, e il suo auspicabile utilizzo da parte degli apicoltori e dei loro delegati, sarebbe stato maggiormente conveniente e produttivo indirizzare la circolare anche alle organizzazioni nazionali degli apicoltori e, anche tramite il MIPAAF, anche i dipartimenti dell’agricoltura regionali. Al contrario prendiamo atto che nella pratica implementazione della BDA il Ministero della Salute procede in totale solitudine, senza alcun confronto con i partecipanti al tavolo che ha portato alla stesura del manuale operativo . Tantomeno appaiono coinvolti i corrispondenti uffici del MIPAAF, in considerazione che l’ anagrafe nazionale nasce a firma congiunta dei due ministeri e che i dati in anagrafe hanno determinante rilievo nella programmazione di interventi e politiche rivolte al settore, e nella ripartizione delle scarse risorse destinate all’apicoltura.

La circolare fornisce un chiarimento in merito alla “attestazione sanitaria” indicata nell’allegato C che nell’anagrafe apistica viene compilato in relazione a movimentazioni o cessioni di materiale apistico vivo. Si chiarisce che la certificazione sanitaria è dovuta solo se prevista da specifiche norme nazionali e/o regionali che regolamentano la movimentazione in specifiche aree del territorio nazionale. Inoltre se, non specificato dalla norma adottata, la certificazione deve solo attestare che il materiale vivo movimentato non proviene da zone sottoposte a restrizioni sanitarie.

In questi casi, in teoria quindi, tutto il processo di certificazione dovrebbe avvenire con l’indicazione in BDA della cessione/movimentazione del materiale vivo da parte dell’apicoltore e “automatiche” certificazioni da parte delle ASL di riferimento che, appunto, devo solo valutare le restrizioni vigenti o meno nel territorio in esame. (Per inciso una tale “alta” operazione di mera verifica di eventuali ordinanze in atto può facilmente essere tradotta in una automatica procedura informatica.)

E’ invece evidente che, dove sono in vigore norme locali che richiedono certificazioni sulla sanità del materiale vivo in movimento, il modello C dell’anagrafe è completo solo e soltanto dopo che l’ASL di competenza ha verificato (visita delle api) la sanità degli animali. Ad ulteriore conferma che l’adozione dell’anagrafe nazionale non ha spostato di una virgola l’esistenza di disparità di trattamento, di una stessa attività produttiva, a seconda della regione in cui questa viene svolta.

La circolare prosegue fornendo dettagliate definizioni di sciame naturale, sciame artificiale, nucleo e pacco di api, che riporto testuali:
a.sciame naturale: insieme di api operaie e fuchi che migrano con una regina da un alveare originario troppo popoloso per costituire una nuova colonia; sciame artificiale: famiglia di api creata dall’apicoltore senza favi o con pochi favi, comunque insufficienti a riempire il nido di un’arnia.
b.nucleo: nuova colonia di api (api operaie, fuchi ed ape regina) costituita artificialmente dall’apicoltore che, a pieno sviluppo, è composto da 3-5 favi di cui: da uno a tre favi con covata di diversa età, due favi con riserve alimentari (miele e polline), una regina solitamente dell’anno di formazione del nucleo e da una quantità di api tale da coprire completamente tutti i cinque favi in entrambe le facce; i nuclei vengono di norma collocati provvisoriamente in arnie di polistirolo.
c.pacco di api: gruppo di api adulte (da 1 Kg fino a 2,5 Kg), con o senza ape regina (nel caso di presenza l’ape regina è solitamente presente in una gabbietta da trasporto collocata all’interno del pacco d’api), contenuti in un contenitore adatto al trasporto e normalmente provvisto di un nutritore con sciroppo zuccherino o candito.

Infine la circolare si chiude con la situazione all’11/11/2015 dei dati, apicoltori e apiari, registrati in BDA, che conferma le difficoltà esistenti nella corretta implementazione del sistema, che potrebbe avere un significativo cambiamento se si superassero quelle farraginosità da noi più volte indicate.

Oltre alle difficoltà di integrazione fra le “anagrafi regionali” e quella nazionale, il principale e inutile passaggio che spesso rallenta l’aggiornamento dei dati degli apiari è la validazione delle comunicazioni inserite dagli apicoltori, che di fatto trasforma una dichiarazione in una richiesta di autorizzazione.

Vanni Floris

fonte: http://www.mieliditalia.it