Il settore apistico è messo nuovamente a dura prova.
Oggi entra in vigore il nuovo Manuale operativo riferito all’Anagrafe Apistica, come previsto dal Decreto Legislativo 134/2022 che prevede l’adeguamento della normativa nazionale alle disposizioni del Regolamento (UE) 2016/429 per l’apicoltura.
Il Decreto ha purtroppo ribaltato completamente l’impostazione veterinaria specifica per l’apicoltura considerando che l’allevamento corrisponde all’apiario e non più all’azienda, intesa nel suo complesso.
L’aver dichiarato la corrispondenza tra l’apiario e l’allevamento, determina un aumento insostenibile delle operazioni da tracciare in Anagrafe. Ogni apicoltore è obbligato a dichiarare centinaia di trasferimenti di materiale da un allevamento all’altro, dato che lo spostamento di materiale vivo è necessario per l’accudimento delle colonie.
Unaapi chiede l’urgente sospensione dell’entrata in vigore del Manuale e la riformulazione del Decreto per l’apicoltura.
A sostegno degli apicoltori siciliani la Regione non ha perso alcuna risorsa, ha anzi ottenuto finanziamenti aggiuntivi, destinando al comparto oltre 2 milioni di euro in quattro anni. Lo chiarisce l’assessorato regionale dell’Agricoltura, in riferimento alla nota diffusa dall’Associazione regionale apicoltori siciliani. La dotazione finanziaria viene stabilita dal ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste in base al numero di arnie registrate nella banca dati nazionale. Su questa base – si legge nel comunicato – si procede alla pubblicazione del bando e alle successive fasi di valutazioni e approvazione delle richieste.
In particolare, si legge ancora nella nota assessoriale, i fondi che il ministero ha assegnato alla Regione Siciliana negli ultimi anni per le finalità dell’Ocm Miele, ossia azioni dirette al miglioramento della produzione e della commercializzazione dei prodotti dell’apicoltura, ammontano a 1.081.000 euro per il biennio 2022/23 (grazie a due finanziamenti consecutivi di 903.000 euro e di 178.000 euro) e a 1.065.750 euro per il biennio 2023/24. Il secondo finanziamento relativo al biennio 2022/23 è stato richiesto dal Dipartimento regionale dell’Agricoltura, poiché quello stanziato in prima battuta dal ministero non era sufficiente a coprire tutte le richieste pervenute.
A seguito della seconda assegnazione da parte del ministero, fanno sapere dall’Assessorato Agricoltura, tutte le richieste presentate – in totale 140 – sono state finanziate, e con decreto del dirigente generale n.1629 del 20/04/2023 è stata approvata la graduatoria delle domande di aiuto ammesse al finanziamento.
Pronta la contro-replica di Aras. Secondo i vertici di Aras il finanziamento aggiuntivo di quasi 179 mila euro assegnato dal Ministero e che deriva dalle economie realizzate nelle altre regioni che non sono riuscite a spendere il loro plafond, non è una novità: «Ogni anno la Sicilia ha goduto di somme aggiuntive rispetto a quelle previste dal bando e recuperate dalle economie realizzate dalle altre regioni», ricordano Antonino Coco e Giovanni Caronia, rispettivamente presidente e vicepresidente di Aras che poi continuano: «Questo, comunque, non compensa affatto il danno provocato al comparto dell’isola dalla mancata richiesta per l’annualità in corso di oltre 480 mila euro. La Sicilia, comunque, avrebbe potuto ottenere altre risorse in aggiunta alla cifra massima che aveva calcolato il ministero, esattamente come è successo per le altre regioni virtuose che sono riuscite a spendere tutto il loro plafond assegnato in prima battuta e calcolato sulla base del numero degli alveari. Disponendo di una somma maggiore (quasi il 50 per cento in più) eventualmente integrabile da finanziamenti aggiuntivi, nel bando si sarebbero potute aumentare le dotazioni delle singole sotto-azioni del programma e innalzare i tetti di spesa per ciascun richiedente». «In genere – concludono – ci si affanna per ottenere dal Ministero più di quanto certi criteri cervellotici fanno assegnare. Questa volta, che il criterio di ripartizione era chiaro e semplice (il numero degli alveari) e il ministero aveva fatto i calcoli correttamente, la Sicilia ha chiesto una somma inferiore facendo riferimento alla spesa dello scorso anno, tralasciando il fatto che il plafond era stato aumentato».
Ma come stanno in realtà le cose? L’Associazione Regionale Apicoltori Siciliani ha forse preso un abbaglio? Noi di siciliaverdemagazine.it sulla base dei documenti disponibili in rete abbiamo fatto due conti. Risulta così che la Calabria con un patrimonio apistico di 132.290 alveari – di poco inferiore a quello della Sicilia che ne conta 135.615 – per il 2023 ha avuto assegnati 450 mila euro in più (1 milione e 353 mila euro a fronte dei 903 mila della Sicilia). Diversa la situazione di Umbria e Abruzzo che possiedono entrambe circa 47 mila e 500 arnie. Entrambe hanno avuto assegnate somme simili e di poco superiori a 480 mila euro. Ora con le nuove assegnazioni delle somme non spese dalle altre regioni, la Calabria ha ricevuto altri 80 mila euro e l’Umbria altri 17 mila.
La Regione Siciliana ha rinunciato a quasi 800 mila euro delle risorse dell’Ocm Miele destinati al comparto apistico regionale per il biennio 2023-24. Il Ministero dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare aveva proposto alla Sicilia un massimale di spesa di 1,381 milioni di euro per il 2023, altrettanto per il 2024. Massimale calcolato sulla base del numero di alveari presenti e dichiarati in banca dati nazionale al 31/12/2021. Stesso criterio quello applicato per assegnare in via provvisoria i fondi alle altre regioni.
Non si capisce perché, nel richiedere i fondi al Ministero, la Regione Siciliana ha optato per una cifra inferiore al massimale: 903 mila euro per il 2023 e 1 milione e 65 mila euro per il 2024. La somma “perduta” dalla Sicilia è andata alle altre regioni. Ed è cosí, che ad esempio, la Calabria con un patrimonio apistico di 132.290 alveari – di poco inferiore a quello della Sicilia che ne conta 135.615 – ha avuto assegnati 450 mila euro in più (1 milione e 353 mila euro a fronte dei 903 mila della Sicilia).
Contro questa decisione l’Aras, Associazione Regionale Apicoltori Siciliani, ha fatto ricorso e per le 425 aziende che rappresenta, ha chiesto il risarcimento del danno subìto. Un passo deciso all’unanimità lo scorso 22 febbraio dall’assemblea generale dell’Associazione come “atto estremo”, ritenendo inammissibile, nell’attuale situazione di crisi del comparto, la rinuncia a preziose risorse.
L’Associazione Regionale Apicoltori Siciliani (Aras) illustrerà in una conferenza stampa il ricorso presentato dall’associazione all’autorità giudiziaria, contro la scelta dell’Assessorato dell’Agricoltura, dello Sviluppo Rurale e della Pesca Mediterranea della Regione Siciliana, di rinunciare – unica regione in Italia – a quasi 800 mila euro di finanziamento pubblico nazionale ed europeo destinato al comparto apistico regionale per le annualità 2023 e 2024.
La conferenza stampa avrà luogo mercoledì 7 giugno, alle ore 11, a Palermo, presso lo studio dell’avvocato Nadia Spallitta (Piazza Lolli n°15).
Saranno presenti Antonino Coco e Giovanni Caronia rispettivamente presidente e vicepresidente dell’Associazione Regionale Apicoltori Siciliani e l’avvocato Nadia Spallitta che ha redatto il ricorso giudiziario e sta seguendo tutto l’iter del procedimento legale.
“In un momento in cui il patrimonio apistico regionale, così come quello nazionale, è a forte rischio di ridimensionamento, con tutti gli effetti negativi sulla biodiversità e la produttività di molte colture agrarie – dichiarano i vertici di Aras – rinunciare a preziose risorse economiche da utilizzare per il mantenimento e lo sviluppo dell’apicoltura siciliana, rappresenta un atto incomprensibile per il quale attendiamo ancora spiegazioni”
UN TERRENO CONFISCATO ALLA MAFIA E RESTITUITO ALLA COLLETTIVITÀ
COS’È UN APIARIO?
L’apiario di Terra Franca è stato inaugurato ad aprile. Ma cos’è un apiario? Si tratta del luogo dove vengono collocate le arnie di api e dove si effettua il mantenimento delle loro colonie.
Terra Franca, con la sua grande varietà di fiori e il suo laghetto, è il luogo ideale per l’impollinazione e l’alimentazione delle api. Gli alveari hanno diversi scopi: produzione di miele, impollinazione delle colture vicine e ricovero delle api per il trattamento dell’apiterapia.
Un apiario olistico, in particolare, è una struttura alla quale sono collegate esternamente le arnie in modo che l’ambiente interno diventi saturo dei profumi e dei suoni dell’alveare. All’interno di un apiario olistico le persone possono così vivere un’esperienza multisensoriale rilassante e salutare in compagnia delle api.
CHE USI HA L’APITERAPIA?
Bee Humming: ascoltare il ronzio delle api. Questo è un suono della natura che ha uno spettro di frequenza connaturata all’uomo. Per questo motivo, ascoltare le api può avere un effetto di rilassamento profondo e garantire un sonno migliore.
Aromaterapia: propoli, miele e cera contengono olii essenziali, composti terpenici, resine ed altre sostanze che possono essere inspirate e che svolgono un’azione benefica su tutto l’apparato respiratorio.
L’APIARIO APERTO PER VOI!
Se siete curios* potete contattarci per prenotare una visita individuale o di gruppo e avere un’esperienza unica in questo posto esclusivo nell’area di Palermo. In questo spazio potrete ascoltare, osservare, respirare e rilassarvi tranquillamente in un ambiente naturale.
📅 31 maggio 1-2-3- giugno 2023 🕕 Dalle 09:00 alle 13:00 🕕Dalle 14:00 alle 17:30 🏡Castello di Vizzini – Via Castello – Vizzini 📌 La prenotazione è obbligatoria e verrà data la precedenza ai soci. È richiesto un contributo a parziale copertura delle spese sostenute e non finanziate L’iscrizione dovrà pervenire attraverso wh al numero ☎️3476206433 📧aras@apicoltorisiciliani.it