Diciotto i Paesi a favore, dopo uno scontro in Commissione durato un anno. Voto a sorpresa della Germania a favore della proroga.
di ANTONIO CIANCIULLO
ROMA – Il glifosato, l’erbicida più diffuso nel mondo, considerato probabilmente cancerogeno dallo Iarc e non cancerogeno da due agenzie europee (Efsa e Echa), continuerà ad essere usato per altri 5 anni all’interno dell’Unione europea. La proroga all’autorizzazione è stata votata oggi, dopo uno scontro in Commissione durato un anno, grazie al voto determinante della Germania che ha cambiato posizione facendo passare i sì.
Quattro settimane fa l’Europarlamento aveva bocciato a larga maggioranza(355 voti favorevoli, 204 contrari e 111 astenuti) la richiesta di prolungare di 10 anni l’autorizzazione del pesticida votando per il divieto immediato di uso domestico e il bando totale entro il 2022. I deputati avevano dichiarato che “i documenti interni della Monsanto – l’azienda proprietaria e produttrice del Roundup, di cui il glifosato è la principale sostanza attiva – che sono stati resi pubblici, hanno fatto sorgere dubbi in merito alla credibilità di alcuni studi utilizzati dall’Ue ai fini della valutazione della sicurezza del glifosato”.
Oggi il Comitato d’appello formato dai rappresentanti dei governi ha dato il via libera per 5 anni. A favore della proposta di proroga si sono espressi 18 Stati, nove si sono opposti e il Portogallo si è astenuto. Hanno votato contro la proroga Italia, Francia, Belgio, Grecia, Ungheria, Cipro, Malta, Lussemburgo e Lettonia. Inaspettatamente, la Germania, che nelle precedenti votazioni si era astenuta facendo mancare la maggioranza qualificata pro glifosato, ha dato parere favorevole.
“Le persone che avrebbero dovuto proteggere la salute pubblica hanno tradito la fiducia degli europei ignorando gli avvertimenti della scienza indipendente”, ha dichiarato Franziska Achterberg, direttore delle politiche alimentari di Greenpeace, che considera il parere del Comitato “un regalo alle multinazionali agrochimiche, a scapito di salute e ambiente”. “Il voto di oggi dimostra che, quando tutti lo vogliamo, siamo capaci di condividere e accettare le nostre responsabilità collettive nel processo decisionale”, ha replicato il commissario alla Salute e sicurezza alimentare della Ue, Vytenis Andriukaitis.
Dunque per il glifosato, la cui proroga è stata comunque ridotta a un terzo degli anni previsti all’inizio del dibattito, è arrivato un via libera non privo di ostacoli. Macron ha annunciato che il divieto scatterà entro tre anni in Francia. In Italia, come ha ribadito la Coldiretti, rimane il divieto di uso dell’erbicida in parchi, giardini, campi sportivi e zone ricreative, aree gioco per bambini, strutture sanitarie e le limitazioni all’utilizzo nei campi. E a livello europeo restano il milione e 300 mila firme di cittadini che hanno chiesto di mettere in discussione i criteri con cui si rilasciano le autorizzazioni sui pesticidi. Una polemica alimentata dai Monsanto papers, un’inchiesta pubblicata da Le Monde da cui emergono pressioni esercitate dal gigante Usa per screditare lo Iarc, l’Istituto di ricerca sul cancro dell’Oms che aveva dichiarato il glifosato “probabile cancerogeno”.
“Il sì al glifosato è passato anche grazie all’ambientalismo a corrente alternata della Germania che, dopo l’acquisizione della Monsanto da parte della Bayer, ha cambiato idea, ma la battaglia sui pesticidi e sulle norme per autorizzarli non si è conclusa con il voto di oggi”, commenta Maria Grazia Mammuccini, portavoce della Coalizione italiana #StopGlifosato che è appena arrivata a 52 adesioni con quella dell’Agenzia per lo sviluppo agricolo della Regione Lazio. “Il punto messo in discussione dalla raccolta di firme europee è molto chiaro: la valutazione scientifica sulla sicurezza dei pesticidi può includere le ricerche promosse dalle aziende produttrici come è successo finora? La proposta di decidere solo in base agli studi indipendenti e pubblicati su riviste scientifiche con il metodo della peer review resta sul tappeto”.
FONTE: La Repubblica.it