Allarme di Greenpeace sui pesticidi

Greenpeace lancia l’allarme: i giganti dell’agrochimica, tra i maggiori responsabili del declino delle api, sono anche i principali finanziatori delle ricerche sugli effetti dei pesticidi nelle università del Regno Unito.

Tra il 2011 e il 2016 solo Bayer e Syngenta hanno donato più di 2 milioni di sterline alle università del Regno Unito per la ricerca in materia di pesticidi e scienze agrarie.
Il dato è altamente preoccupante perché dimostra una forte dipendenza delle università verso finanziamenti provenienti dalle industrie a discapito di una ricerca indipendente.

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Il dottor Christopher Connolly, docente presso il dipartimento di neurobiologia della Dundee University, ha manifestato la sua preoccupazione affermando che le due società hanno troppa voce nella discussione intorno agli insetticidi neonicotinoidi.
Il dottor Connolly ha recentemente condotto una ricerca che si unisce alle decine di testimonianze della comunità scientifica, che dimostra come due dei principali neonicotinoidi del mondo, prodotti da Bayer e Syngenta, compromettano la vita delle colonie di bombi.

Nel mese di settembre un nuovo drammatico studio del Centro per l’Ecologia e Idrologia del Regno Unito ha dimostrato che la popolazione di api selvatiche dell’Inghilterra sia scesa del 30% negli ultimi dieci anni, mentre l’uso di neonicotinoidi è salito alle stelle.
Nonostante la forte pressione delle aziende agrochimiche sono molte le ricerche che continuano a testimoniare la pericolosità di alcune classi di pesticidi per gli impollinatori, e sono sempre di più i membri della comunità scientifiche che sostengono ciò a gran voce, come il ricercatore Nick Isaac: “I neonicotinoidi sono nocivi. Non ci sono dubbi su questo. ”

Dall’altro lato della barricata non tarda la risposta della Bayer attraverso i suoi portavoce: “Bayer continuerà a finanziare la ricerca universitaria nei settori che sono importanti per l’azienda. Continuiamo a impegnarci nel dibattito sulla salute delle api, come facciamo su molti altri settori. Come azienda ci occupiamo della salute delle api da oltre 25 anni, fornendo trattamenti per la Varroa e per le altre problematiche di salute delle api, e continueremo a farlo”.

Analoga la replica di Syngenta: “Come altre aziende leader Syngenta è uno dei principali collaboratori per molte istituzioni accademiche e pubbliche nel Regno Unito. Queste collaborazioni sostengono lo sviluppo e l’innovazione nel campo delle scienze agrarie.”

Greenpeace attraverso il portale Energydesk ha chiesto a 135 università del Regno Unito delucidazioni sui finanziamento ricevuti da Bayer e Syngenta.
Meno la metà delle università hanno risposto a Energydesk; citiamo alcuni casi:
-nel 2013, Syngenta, insieme al Research Council (ESRC), ha donato 15.000 sterline all’Università di Edimburgo per una ricerca condotta dal prof Joyce Tait sui rischi della regolamentazione di prodotti agrochimici.
-Dal 2011 al 2015, Nottingham University ha ricevuto 557.500 sterline da Syngenta per la ricerca nel campo delle scienze delle piante.
-Nello stesso arco di tempo, i ricercatori dell’Università di Reading sono stati finanziati con 587.952 sterline per una ricerca simile.

Questi dati rischiano di essere solo la punta dell’iceberg: Dave Goulson, professore di biologia presso l’Università del Sussex ha riconosciuto come sia difficile conoscere la reale influenza di Bayer e Syngenta sulla ricerca. “Tutto succede dietro le quinte e guarda caso le ricerche finanziate dalle aziende agrochimiche raramente dimostrano che i loro prodotti danneggiano l’ambiente, la ricerca indipendente, al contrario, dimostra spesso come i prodotti in questione compromettano l’ecosistema.” “Gli scienziati purtroppo” procede Goulson “sono spesso senza finanziamenti per la ricerca e così sono facilmente inclini a restare in buoni contatti con le aziende che finanziano. Una ricerca sulla sicurezza dei prodotti agrochimici dovrebbe essere svolta senza alcuna influenza da parte delle aziende che guadagnano ingenti somme di denaro proprio dalla vendita di questi prodotti.”

Brexit – vai dall’UE e via i finanziamenti
Poco dopo il referendum UE il Guardian ha riferito che gli scienziati britannici stanno venendo estromessi dai progetti sostenuti dall’UE.
Uscire dall’Unione Europea rappresenta per le università una perdita notevole di finanziamenti, solo l’università di Reading ad esempio, ha ricevuto dall’UE 26 milioni di sterline dal 2011. Ovviamente questa perdita di risorse rende gli istituti di ricerca più soggetti ad accettare proposte dalle multinazionali.
La ricerca indipendente è minata, dicono i ricercatori, perché l’industria tende ad opporsi ai risultati di studi che non sono testati su campo – metodologia questa che pochi lavori indipendenti possono permettersi.
Dara Stanley, docente di ecologia vegetale presso l’Università Nazionale d’Irlanda a Galway, ha dichiarato: “Sarebbe fantastico se potessimo effettuare prove di campo per ogni lavoro, ma logisticamente e finanziariamente non è spesso possibile effettuarli.”
Reinhard Stöger, professore associato presso l’Università di Nottingham, ha effettuato un lavoro di ricerca in laboratorio dove ha scoperto che i neonicotinoidi possono alterare l’attività dei geni nelle api nel 2013.
“la difesa di Syngenta verso i risultati di questi lavori” ha detto Stoger, “consiste nel cricatre i risultati in laboratorio non ritenendoli attendibili nelle realtà. Sostenere ciò è per loro conveniente visto che i grandi esperimenti sul campo sono costosi e sono poche le ricerche indipendenti che riescono a condurli.”

Fonte: http://www.mieliditalia.it/